L'Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia sulla plastica monouso

Secondo la commissione, il nostro paese non ha recepito la direttiva e ha violato gli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza del mercato unico
plastica monouso ue procedura infrazione italia
Justin Sullivan/Getty Images

L’Italia non ha recepito “pienamente e correttamentela direttiva sulla plastica monouso e ha violato gli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza del mercato unico. È questa, come riporta l’agenzia Ansa, la convinzione della commissione europea, che su tali basi ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro paese.

In particolare, da Bruxelles è arrivata a Roma una lettera di costituzione in mora, il primo passo dovuto nei casi di avvio della suddetta procedura. Il governo italiano ha adesso due mesi di tempo per fornire all’esecutivo comunitario le proprie risposte e per colmare le lacune sull'utilizzo della plastica monouso da quest’ultimo rilevate. Nel caso in cui non dovesse arrivare una risposta soddisfacente per la commissione, essa potrebbe decidere di compiere ulteriori passi, portando avanti l’iter legale e inviando dunque un parere motivato.

Riguardo al regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr), a febbraio il trilogo - ovvero il negoziato interistituzionale informale che riunisce rappresentanti del parlamento, del consiglio e della commissione europea - aveva previsto alcune novità rispetto alle decisioni prese dall’europarlamento a novembre 2023. In particolare, l’organo aveva deciso di puntare sul riuso e non sul riciclo, sui prodotti sfusi e non sulla trasformazione di scarti e rifiuti e ha tracciato di fatto un percorso finalizzato a eliminare il più possibile gli imballaggi.

Tale scelta era stata definita “un colpo durissimo alla democrazia e una mina che rischia di mandare in frantumi la nostra packaging valley, il distretto produttivo delle macchine automatiche leader mondialedall’assessore allo sviluppo economico dell’Emilia Romagna Vincenzo Colla. Quest’ultimo ha fatto notare come solo nel territorio regionale la normativa metterebbe a rischio 22mila posti di lavoro diretti in 222 imprese che, messe tutte insieme, generano un fatturato complessivo di quasi sei miliardi di euro.

In Italia, quella del packaging è una nicchia manifatturiera di qualità riconosciuta. Essa esporta quasi l’80% del proprio fatturato nel mondo e “sta investendo - aveva spiegato Colla - più di ogni altro competitor mondiale proprio sulla sostenibilità energetica e ambientale dei luoghi di lavoro”.