Come stiamo usando i satelliti per sorvegliare i Campi Flegrei

Il Cnr registra un’accelerazione della deformazione terrestre quasi inedita. I dati dallo spazio serviranno a capire se è destinata a continuare
03 November 2023 Italy Neapel The observation center of the Italian Institute of Geophysics and Volcanology  in Naples....
03 November 2023, Italy, Neapel: The observation center of the Italian Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) in Naples. Geophysicist Giovanni Macedonio in front of screens monitoring the Campi Flegrei supervolcano, where experts fear the worst after a series of earthquakes. (To dpa: "Fear plays a part - Naples worried about supervolcano") Photo: Christoph Sator/dpa (Photo by Christoph Sator/picture alliance via Getty Images)picture alliance/Getty Images

Il blu è più intenso a Rione Terra, a Pozzuoli, poi sfuma con forte simmetria radiale nell'area dei Campi Flegrei, senza alcun hotspot isolato. Non è il solito rosso delle emergenze, ma significa rischio: segna il picco di velocità di sollevamento della superficie terrestre registrato in questi giorni ai Campi Flegrei e che, nel suo epicentro, ha superato il valore di 20 centimetri all’anno.

La risposta dallo spazio

È il più intenso degli ultimi decenni, anni in cui il suolo non ha però mai smesso di innalzarsi, alternando periodi di bassa e alta velocità che fanno cambiare ma pendenza del grafico che la rappresenta. Se ne può realizzare per ogni punto di rilevamento dell’area e nella giornata di oggi, giovedì 23 maggio, arriveranno nuovi dati che permetteranno a Centro nazionale delle ricerche- Irea, che realizza la mappa dei picchi di innalzamento dei Campi Flegrei, di dire se l’innalzamento della superficie sta continuando ad accelerare.

Questo istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente è uno dei centri di competenza che sta aggiornando regolarmente il dipartimento di Protezione civile nazionale sulla situazione nei Campi Flegrei, per aiutarla a comprendere il bradisismo. Questo fenomeno non è una novità per l’area oggi sotto stretta osservazione, ma l’accelerazione del sollevamento del suolo e l’intensità degli sciami sismici registrati nelle scorse ore - con un picco di magnitudo 4,4 tra lunedì 20 maggio e martedì 21 e uno di magnitudo 3,6 mercoledì 22 - hanno precedenti degni di paragone solo se si torna agli anni 1982-1984.

All’epoca non c’erano state eruzioni, ma si erano verificati circa 10.000 terremoti, con una magnitudo massima di 4.0. All’epoca non c’erano nemmeno gli stessi strumenti oggi a disposizione. "Si compivano rilevazioni geometriche con squadre operative sul campo, senza produrre alcuna mappa ma fornendo misure periodicamente”, spiega Riccardo Lanari, dirigente di ricerca di Cnr-Irea, impegnato quotidianamente nelle operazioni di rilevamento e, in questi giorni, anche negli incontri con la Protezione Civile e gli altri centri di competenza che la aggiornano, ciascuna con le proprie informazioni.

Da Sentinel 1 dati di sollevamento suolo

Il Cnr Irea le ricava attraverso un monitoraggio satellitare con tecnologia Sar (Synthetic Aperture Radar), un sistema di telerilevamento radar coerente, attivo e microonde. Elaborati e confrontati nel tempo, i dati trasmessi dai satelliti su cui questo radar si muove in orbita bassa attorno a Terra permettono di realizzare una mappatura della deformazione della superficie terrestre, per comprenderne e farne comprendere l’evoluzione nel tempo con una risoluzione spaziale di 30 metri e una precisione (deviazione standard) di 5 millimetri.

Lo facciamo nei Campi Flegrei come in tutte le aree attorno ai vulcani del territorio, utilizzando i dati del satellite Sentinel 1 che ne acquisisce ogni 12 giorni e ci permette di fornire aggiornamenti alla Protezione Civile con la stessa frequenza - spiega Francesco Casu, anch’egli dirigente di ricerca del Cnr Irea -. Nei prossimi giorni realizzeremo mappe anche quelli di un altro satellite, Cosmo SkyMed, che pur non acquisendoli con la stessa regolarità, in situazioni delicate come quella attuale viene sfruttato per avere una misura indipendente a conferma (o meno) di quanto ottenuto con i dati di Sentinel 1”.

Con il supercomputer mappe in 3-4 ore

Le informazioni da satellite, tradotte in grafici di pendenza variabile e mappe di blu, “vengono ogni volta integrate con quelle provenienti dal monitoraggio sismico e delle emissioni gassose effettuato e con altre misure fornite da Ingv [Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ndr] e da altri centri di competenza  - spiega Lanari - poi passano in mano a geologi, fisici e vulcanologi per un’analisi complessiva. La protezione civile che la riceve si avvale poi della consulenza degli esperti della commissione grandi rischi, seguono infine le decisioni operative, prese assieme anche ai vari organi politici e del territorio coinvolti”.

Lato Cnr - Irea, lato Sentinel 1, il prossimo aggiornamento è previsto tra un paio di giorni. Il tempo di elaborare in mappe e curve i dati acquisiti oggi e domani, il tempo che serve ai computer attualmente in dotazione a questo centro di ricerca. Un’attesa di 24 ore che potrebbero ridursi presto a 3 o 4 grazie alle risorse di supercomputer fornite dal Icsc, il Centro nazionale di ricerca in high performance computing, big data e quantum computing in cui questo centro che sta monitorando costantemente i Campi Flegrei da satellite è coinvolto. Partecipa ai lavori dello spoke 5, per la precisione, quello dedicato ai disastri ambientali e naturali, quello che potrebbe permettergli di fornire “informazioni non solo più rapide, ma anche più accurate e relative all'intero territorio nazionale, un territorio che ha molte fragilità da monitorare - fa notare Canu -. Quella dei Campi Flegrei oggi è solo la più evidente".