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Rocco Tanica al Wired Next Fest 2024 di Milano: “GPT4 è freddo, algido, poco frequentabile: meglio GPT2, inventava più cazzate

Non è sempre facile avere un’ispirazione ma, digitando parole a caso, con l’AI ogni tanto si ottengono spunti o idee per fare meglio. Parola di chi ci ha scritto un libro a 4 mani

Essere colpiti con una pistola sparachiodi, non trovare parcheggio per il furgone con cui si trasporta la refurtiva dopo aver saccheggiato una tomba egizia e puzzare di sudore di faraone a vita, “poi sta alla sensibilità di ciascuno, il fartelo o meno notare”. Queste sono le tre maledizioni di chi viola una piramide. E chi sta già pensando a Sanremo 2026, sappia che al terzo posto si piazzerà il brano “Tu sei la pioggia che rende tutto lavato”: si prepari a cantarla, ma non prima del 2026, altrimenti sarebbe squalificata.

Con due delle tante “cazzate” che si possono trovare nel libro che ha scritto a 4 mani con GPT3, Rocco Tanica porta sul palco del Wired Next Fest 2024 di Milano il lato divertente dell’AI generativa. Interagendoci, scrivendo cose a caso come input, secondo l’autore, “si ottengono spesso idee e spunti che ci stimolano a fare di meglio. E certe volte ci si rende anche conto che inizialmente non sappiamo neppure bene cosa vogliamo, ce ne rendiamo conto man mano”.

Questa intelligenza artificiale affatto intelligente, ma solo intuitiva, è stata la sua co-autrice grazie a un software scoperto in un video su TikTok, “mentre tutti imparavano a fare il pane in casa. Sono partito dall’idea di un autore in crisi creativa, facendolo scrivere testi in dialogo con GPT. Lui iniziava a indicare il tema e il software rispondeva a tono” spiega Tanica. Dai viaggi alle ricette, dalle interviste inventate alle fiabe. Nei capitoli di Non siamo mai stati sulla Terra (Il Saggiatore) si spazia, Tanica lo fa ancora di più sul palco recitando arguti haiku (componimenti poetici tradizionali giapponesi) e spostandosi poi sulla musica.

In diretta, sfruttando un software gratuito ad hoc, compone nuovi brani scegliendo testo e stile, e ci si trova tutti a battere le mani a ritmo mentre il suo computer, in pieno stile “dance anni 70”, intona il ritornello “evviva la tecnologia che unisce il destino dei giusti, evviva la fantasia che ci permette di agire in modo buffo senza essere arrestati”. Il tempo vola tra brani di libro e di musica: Tanica sfrutta il learn by doing per ricordarci di divertirci con l’AI. Senza nulla togliere ai dibattiti su etica, diritti, AI Act, se si sanno riconoscere “le sue cazzate”, può essere uno spunto per prendersi ogni tanto tutti meno sul serio.