π

Il fascino del Pi greco nella cultura, da Darren Aronofsky a Kate Bush

La costante matematica ha influenzato letteratura, cinema e persino la musica, trasformandosi in un simbolo trascendente
Pi Greco  Il teorema del delirio
Pi Greco – Il teorema del delirio

Il 14 marzo si svolge una festività unica nel suo genere: il Pi Greco Day. Questa giornata è dedicata alla celebrazione di una delle costanti matematiche più affascinanti e misteriose: il numero π. Questo simbolo, che indica il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro, è comunemente approssimato a 3,14. Tuttavia, la sua vera natura è ben più complessa, estendendosi in una sequenza infinita di cifre decimali che non presentano alcuna ripetizione. La storia di π affonda le radici nell’antichità, con riferimenti e studi che si perdono nella notte dei tempi. Il nome “Pi greco” proviene dal termine greco “περιφέρεια”, che significa “circonferenza”. Dal punto di vista matematico, π è riconosciuto come un numero irrazionale, una realtà confermata da Johann Heinrich Lambert, filosofo e matematico, nel XVIII secolo. Inoltre, π è un numero trascendente, caratterizzato da una serie infinita di cifre decimali prive di qualsiasi schema prevedibile. Nonostante l’approssimazione standard di π sia 3,14, l’innovazione negli algoritmi ha permesso di scoprire fino a 62 bilioni di cifre decimali di π, un’impresa realizzata da un gruppo di ricercatori svizzeri in 108 giorni.

Le antiche civiltà erano consapevoli dell’importanza di π, come dimostrano le stime dei babilonesi e degli egizi. Gli antichi Babilonesi e Egizi avevano già una comprensione approssimativa di Pi greco, che calcolarono il suo valore rispettivamente in 3,125 e 3,16. Persino la Bibbia menziona π, proponendo un valore approssimativo di 3. Fu Archimede di Siracusa a fornire uno dei primi calcoli accurati, situandolo tra 3,1408 e 3,1429 mediante l’utilizzo di poligoni regolari. Da allora, ha continuato a intrigare matematici, scienziati e filosofi. Nonostante la sua origine geometrica, π si trova in vari campi della scienza e della matematica, inclusa la fisica, l’ingegneria, la probabilità e la statistica. La sua presenza in formule fondamentali, come l’equazione di Eulero (e^{iπ} + 1 = 0), dimostra la sua importanza universale.

Il Pi greco Day

Il Pi Day nasce come celebrazione di π, con la data del 14 marzo scelta per la sua somiglianza con l’approssimazione di π (3/14 nel formato anglosassone). La tradizione prese il via nel 1988 presso l’Exploratorium di San Francisco, dove si festeggia consumando torte adornate con il simbolo di π, giocando sul doppio senso della parola inglese “pie”, che significa appunto “torta”. Il Pi greco, oltre ad essere una costante matematica fondamentale, ha permeato la cultura popolare, influenzando letteratura, cinema e persino la musica, trasformandosi in un simbolo trascendente che va ben oltre i confini della matematica e diventando un vero e proprio leitmotiv per esplorare temi come l’infinito, il caos e la ricerca della conoscenza.

La poesia e la musica hanno tessuto lodi a questa costante universale: il numero π è stato immortalato in una poesia sublime della poetessa polacca Wisława Szymborska, insignita del premio Nobel nel 1996. Nel suo componimento, intitolato significativamente Pi Greco, incanta con queste parole: “La fila delle cifre che compongono il numero Pi greco non si ferma al margine del foglio, riesce a proseguire sul tavolo, nell’aria, su per il muro, il ramo, il nido, le nuvole, diritto nel cielo, per tutto il cielo atmosferico e stratosferico”. Sorge persino un genere letterario ispirato a π, denominato Pilish, “uno stile di scrittura in cui la lunghezza delle parole consecutive è uguale alle cifre decimali di pi greco”. Un esemplare perfetto è il poema di Joseph Shipley: “But a time I spent wandering in bloomy night; Yon tower, tinkling chimewise, loftily opportune. Out, up, and together came sudden to Sunday rite, The one solemnly off to correct plenilune”. In questo poema, "But" corrisponde al 3, “a” ad 1, "time" a 4, “spent” a 5, “wandering” al 9 e via discorrendo.

Kate Bush ha recitato le prime 140 cifre della celebre costante matematica nel secondo brano del suo ottavo album Aerial (2005), intitolato, non a caso, π. Il compositore americano Michael Blake ha attribuito valori musicali alle cifre di π, generando composizioni che riflettono la natura di questo numero. Il suo brano, dal titolo esplicativo What Pi Sounds Like, è un’ode di armonie e strumenti, che, traducendo la sequenza numerica, fonde i suoni di strumenti disparati quali tastiera, xilofono, banjo e chitarra.

Dalla letteratura al cinema

Nella letteratura, forse il primo a introdurre π come leitmotiv tra protagonisti e narrazione fu Italo Calvino. Nelle sue Cosmicomiche (1965), Calvino naviga l’universo attraverso lo sguardo del suo personaggio Qfwfq, che in uno dei racconti, evoca π come uno dei soli due numeri esistenti all’alba dell’universo. Qfwfq e il Decano (k)yK si cimentano in scommesse su ogni cosa, e π diviene oggetto di gioco e di scommessa tra i due: “A quel tempo, di numeri ce n’erano soltanto due: il numero e e il numero pi greco”. Carl Sagan, nel suo romanzo Contact (1985), intreccia scienza e fede utilizzando π come chiave per decifrare un messaggio extraterrestre celato nelle sue cifre, proponendo un cosmo codificato nella matematica. La protagonista Ellie Arroway, dopo un’esistenza votata alla ricerca di vita oltre la Terra, svela un messaggio occultato nelle cifre di π, insinuando l’opera di un’intelligenza superiore nell’universo.

Nel cortometraggio Paperino nel mondo della matemagica, un’opera Disney del 26 giugno 1959, si fa menzione del Pi greco. Questo cartone animato, concepito con intenti didattici e per stimolare l’interesse dei più giovani verso la matematica, si apre nel fantastico regno della Terra della Matemagica. Qui, Paperino si immerge in un universo di meraviglie numeriche, esplorando foreste di radici quadrate e fiumi di cifre, fino all’incontro con un uccello che recita le prime tredici cifre del numero π. Affascinato dal Paese delle Meraviglie della Matematica, il nostro eroe scopre un’armonia nascosta tra i numeri e la musica, un viaggio che lo porta fino all’antica Grecia. In compagnia di Pitagora e dei suoi discepoli, Paperino apprende a valorizzare la matematica non solo come materia scolastica, ma come una forza vitale che si intreccia con ogni aspetto dell’esistenza.

È impossibile non menzionare il film di Darren Aronofsky, π - Il teorema del delirio (1998), che ci introduce nella vita travagliata di Max Cohen, un matematico ossessionato dalla scoperta di pattern nascosti capaci di prevedere le fluttuazioni del mercato azionario. Max è convinto che la matematica sia il linguaggio universale della natura e che, tramite l’analisi numerica, si possano decifrare i modelli che descrivono ogni sistema complesso, mercato azionario incluso. Il protagonista si imbatte in una sequenza segreta all’interno del Pi greco, una chiave che potrebbe svelare i misteri dell’universo.